8 GENNAIO 2025 - SEMIFINALE SUPERCOPA 24/25

ATHLETIC 0 - BARCELONA 2

17' Gavi (B), 52' Lamine Yamal (B)


ATHLETIC CLUB: Simón; Lekue (63' De Marcos), Vivian, Paredes, Berchiche; Prados (63' Vesga), Jauregizar; I. Williams, Gòmez (80' Djalò), Berenguer (73' Serrano); Guruzeta (63' N. Williams). All. Valverde


BARCELONA: Szczęsny; Kounde, Cubarsí, Martinez, Balde (82' Gerard Martin); Casadò (82' Garcia), Gavi (73' De Jong), Pedri; Yamine Lamal (63' Fermin), Lewandowski (73' Ferran), Raphinha. All. Flik


gli higlights di Athletic - Barcelona


Nella notte stellata di Jedda l’Athletic Club si presenta alla semifinale di Supercopa contro il Barcellona da campione della Copa del Rey.

È impossibile non comparare l’atmosfera che ha accompagnato i ragazzi di Valverde dal rigore di Berenguer fino alla sfilata della Gabarra sul Nerviòn con gli spalti vuoti e il timido trasporto percepibile nello stadio saudita.

È probabilmente la competizione dei paradossi: quella dove si rinuncia alla spinta e alla passione del pubblico sacrificandole sull’altare del ritorno economico, quella dove si cerca attraverso la musica di trasportare in Medio Oriente almeno un minimo di sentido iberico, quella dove gli spalti dello stadio King Abdullah di Jedda sono vuoti quasi quanto le motivazioni del Consejo Superior de Deportes che hanno concesso, in via cautelare urgente, al Barcellona di aggregare al gruppo squadra due giocatori “non tesserabili” creando un pericoloso precedente, quella dove il tifoso athleticzale medio si sente quasi vicariare alla propria filosofia.


Il campo. Pronti via il Barcellona approfitta di un Athletic a dir poco intorpidito andando immediatamente vicino al goal con Kounde prima e con Gavi poi a causa di una difesa incomprensibilmente alta e distratta.

Le scelte di Valverde, costretto a una formazione rimaneggiata, portano a una linea centrale di lotta più che di governo con Jauregizar e Prados costretti a inseguire costantemente le combinazioni dei loro pari ruolo catalani e Unai Gòmez a interpretare il ruolo di centrale dei 3 fantasisti all’interno di un sistema che durante la prima mezz’ora lo vede correre a vuoto senza poter utilizzare la sua miglior dote, l’inserimento.

Le due squadre optano entrambe per una difesa altissima e un gioco verticale con la differenza che l’Athletic risulta scollato fra i reparti e spesso vittima delle imbucate dei velocisti blaugrana.

Al 17esimo, infatti, il Barcellona confeziona il vantaggio sull’asse Pedri Balde con quest’ultimo che centra un traversone basso a rimorchio per l’accorrente Gavi che fulmina Simon.

Al 20esimo Kounde Salva su un centro di Iñaki per Guruzeta; è il primo squillo di un Athletic che resta comunque distratto e ballerino in difesa dove Aitor Paredes regala a Yamal un pallone in uscita e lo stesso lo spreca calciandolo sul corpo di Unai Simón.

Nell’ultimo quarto d’ora le azioni biancorosse si fanno più ficcanti costringendo Szczęsny a due ottime parate per anticipare Guruzerta prima e chiudere su Inaki Williams poi.

L’aumento della pressione txurigorri è salutato dai fischi del pubblico locale, poco competente ma probabilmente avvezzo culturalmente a sostenere volente o nolente chi si proclama più forte.

Le squadre vanno al riposo con la sensazione che l’Athletic necessiti di fosforo a centrocampo, attenzione negli uno contro uno e freddezza nelle situazioni chiave.

Il secondo tempo comincia, ancora una volta, con un Barcellona più in palla e gli spunti di un Lamine Yamal ispiratissimo che prima costringe Berenguer al fallo e poi sull’ennesimo errore di approssimazione in uscita (questa volta da parte di Prados) infila Unai Simon.

Passa solo un minuto e Lewandwoski spreca, fallendo il tocco davanti all’estremo difensore biscaglino, un preciso centro di Raphinha.

È il 63 esimo quando Ernesto Valverde decide di sostituire Lekue, Prados e Guruzeta con De Marcos Vesga e Nico Williams spostando Inaki al centro dell’attacco.

I ritmi calano e con essi l’attenzione del Barcellona che regala all’Athletic alcune possibilità di riaprire il match con due tiri da fuori di Vesga e Jauregizar nel giro di un minuto.

Al 73esimo un errore di un impreciso Inaki Williams mette la pietra tombale sulle velleità di un Athletic che stasera non fa onore alla propria tradizione di squadra invitta.

Tra l’82esimo e l’85 ai biancorossi vengono annullati due goal per fuorigioco prima di De Marcos su una felice imbucata, e, successivamente, di Iñaki lanciato in porta da un errore del neo entrato De Jong.

Dopo una lunga consultazione al Var si nota che l’ultimo tocco è del a sua volta subentrante Alvaro Djalò, fotografia di una serata storta a tutti gli effetti.


Dopo 7 minuti di recupero il direttore di gara sancisce la fine delle ostilità, con i blaugrana che accedono alla finale e l’Athletic club che rientra in terra basca con un bagaglio di interrogativi sia tecnici (sterilità offensiva che supera i 200 minuti) che caratteriali e di approccio alla partita: troppe distrazioni, troppa approssimazione, poco animus pugnandi.

I numerosi impegni all’orizzonte daranno ai ragazzi di Valverde l’occasione di voltare pagina al più presto.


Salvatore Mario Gaias