IKER MUNIAIN GOÑI

Da Bart Simpson a capitano e leggenda

“Se una persona non ha più sogni, non ha alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita!” Le parole di Senna possono riassumere la carriera di Iker Muniain all’Athletic Club. Se volete sapere della storia calcistica di Iker Muniain Goñi, ci sono tantissimi siti e pagine sui social che raccontano la cronistoria del ragazzo di Pamplona diventato il secondo giocatore con più presenze (559) nell’Athletic, record di precocità (più giovane debuttante e marcatore nella storia dell’Athletic, più giovane marcatore nella storia della Liga fino a che Olinga nel 2012 non segnasse il suo primo e unico gol nel campionato spagnolo) ma anche uno dei più grandi “what if” calcistico della sua generazione a causa di gravi infortuni ad entrambe le ginocchia.


Nei primi anni 2000 era considerato un astro nascente del calcio iberico, a dodici anni si unì all’Athletic; mezza Liga lo voleva nel proprio filial, compreso il Barça che da lì a poco avrebbe sfornato forse la miglior generazione del nuovo millennio ad oggi, iniziando il ciclo di vittorie proprio sotto gli occhi del quattordicenne Muniain che, come alcuni Leones Italianos, il 13 maggio 2009 era a Valencia per il ritorno dell’Athletic in finale di Copa del Rey dopo l’ultima dell’85.



Esordisce in prima squadra a sedici anni in maglia zurrigorri, nei preliminari di Europa League il 30 luglio 2009 in Europa League, alla sua seconda presenza segna il gol qualificazione per i baschi contro gli svizzeri dello Young Boys e non è per nulla banale: corner dalla destra, Iker prima sgomita sulla linea di porta, quando la palla arriva in area Iker si porta ai limiti dell’area piccola e, con un’ottima coordinazione calcia al volo battendo il portiere avversario. A Bilbao capiscono che sta per nascere una stella. Caparros lo centellina, lo fa giocare ma spesso a partita in corso, viene soprannominato Bart Simpson per la faccia da piccola peste, talento e sfrontatezza inversamente proporzionale ai centimetri.


Alla sesta di campionato segna il suo primo gol in Liga, decisivo nel 2-2 finale: punizione di Susaeta, la palla arriva ad Iker che calcia in porta senza pensarci, al gol esulta indicando e baciando lo scudo sulla maglia. Nell’ultima di campionato, schierato titolare, incastona un bellissimo gol contro il Deportivo La Coruña, controllando il pallone dalla sinistra, accentrandosi e tirando di destro sul palo opposto (vi ricorda qualcun altro, maestro in questo gesto?). Negli anni Iker riproporrà altri gol simili come quelli al Depor, come nella stagione 11-12 al Mestalla o nel derby al San Mames contro la Real Sociedad nella stagione 13-14, o quello su punizione nel 2022 allo stadio Anoeta (con complicità del portiere).


L’Athletic in quegli anni fonda il suo gioco a destra sull’asse Susaeta-Iraola, Muniain a sinistra può sfruttare quindi effetti a sorpresa tagliando alle spalle della difesa, come contro il Sevilla nel 2013, con un gol al volo dove mostra acrobazia, coordinazione e fiuto del gol, oppure come negli ottavi di Europa League nella famosa partita all’Old Trafford, il baño de futbol, contro il Manchester United: il suo gol è il biglietto da visita col quale fa girare la testa a molti addetti ai lavori, perché c’è tutta la sua sfacciataggine e la voglia di lottare fino all’ultimo secondo per perseguire il risultato.



Nell’anno con Bielsa, l’Athletic arriva a giocarsi due finali, perdendole entrambe: a Bucarest, la finale di Europa League contro l’Atletico Madrid, Iker è tra i pochi a salvarsi e al triplice fischio finale scoppia in un pianto inconsolabile, nel quale si rispecchiano anche i tifosi, che non vedono la squadra alzare un trofeo da troppo tempo.



I titoli li conquista con la U21, gli europei nel 2011 e 2023, manifestazioni in cui è spesso titolare a fianco di futuri campioni. Sempre nel 2012 ha debuttato con la roja, subentrando in un’amichevole contro il Venezuela. La sua seconda, e ultima presenza, nel 2019, contro Malta in gara di qualificazione. Con la Euskal Selezkioa vanta quattro presenze e due gol.


Nell prima parte della sua carriera è uno dei giocatori più chiacchierati, viene nominato per tre anni al golden boy e riceve il premio come giocatore rivelazione della Liga davanti a Griezmann. Il dualismo con il francese della Real era uno dei dibattiti più appassionati tra i tifosi baschi. Quando le petit diable spicca il volo, Muniain subisce il primo grave infortunio della sua carriera: il legamento del ginocchio sinistro nel 2015 e ci metterà otto mesi per rientrare in campo, mesi in cui perde la possibilità di giocare la sua seconda finale di Copa e soprattutto la Supercopa spagnola dove l’Athletic torna ad alzare un trofeo dopo il 1983.


Muniain recupera con determinazione dal grave infortunio. A rendergli la vita più felice, nel febbraio 2015 nasce il suo primo figlio che chiama Iker, mentre nel 2018 nascerà Claudia. La cura dei figli aiuta positivamente Muniain ad affrontare il periodo di inattività. Nella stagione 2016-17, in accordo con l’amico De Marcos, con il quale ha esordito nell’Athletic, si prende la maglia numero 10; inoltre, in campo ha un nuovo ruolo più centrale, dietro la punta ed è libero di svariare per la trequarti offensiva e a dicembre raggiunge 300 presenze in maglia Athletic. Inizia inoltre ad esultare in una maniera particolare: verso i tifosi, ad occhi chiusi, allargando le braccia e riversando la testa verso l’indietro, in attesa di ricevere l’ovazione dei suoi tifosi che gli sta piovendo addosso, nutrendosi avidamente di questa linfa.



Quando ormai i problemi sembravano superati, a settembre 2017 si rompe il legamento del ginocchio destro che lo ferma per altri sette mesi. Rientra nella trasferta vittoriosa a Villareal nell’aprile 2018, segnando pure un gol, quattro giornate dopo è titolare contro il Betis e segnerà il suo primo gol di testa. Nella stagione successiva Muniain viene nominato capitano, alcuni tifosi polemizzano con la decisione: Muniain ignora le polemiche e risponde con i fatti trascinando la squadra in difficoltà di gioco e risultati, spesso è il migliore in campo. Inoltre, nello stesso anno rinnoverà il contratto con l’Athletic fino al 2024, togliendo la clausola rescissoria, fino a quel momento prassi, dichiarando amore eterno alla sua squadra del cuore.


Nel 2019-20 l’Athletic riesce a conquistare la sua quarta finale di Copa in dieci anni in un derby basco contro la Real Sociedad. Sarebbe perché la pandemia, e la volontà delle squadre di giocarlo davanti ai tifosi, posticipa tutto al 2021. La RFEF inventa le “final four” per la Supercopa di Spagna con le prime due del Campionato (Barça e Real Madrid) e le finaliste di Copa dell’annata precedente: nel gennaio 2021 L’Athletic si presenta all’evento con più dubbi che certezze, Garitano è stato esonerato, al suo posto Marcelino che ripropone un 442 di sacchiana memoria, spostando Iker sulla fascia sinistra ma tenendolo sempre al centro del gioco. L’Athletic a sorpresa batte il Madrid al primo turno e in finale, nello stadio deserto de La Cartuja di Sevilla, affronta il Barcelona; l’Athletic lotta, Muniain manda al bar i terzini che a turno provano ad arginarlo e, su punizione, Muni propizia il pareggio di Villalibre allo scadere dei tempi regolamentari. Williams siglerà il definitivo 3-2 e Iker Muniain può alzare il suo primo trofeo con l’Athletic, da capitano.



La vittoria della Supercopa non è abbastanza, Iker Muniain vuole la Copa del Rey, che l’Athletic ha vinto per 24 volte.Il 3 aprile si recupera la finale dell’anno prima contro la Real Sociedad, sempre alla Cartuja, e Muniain fa una cosa che non si dovrebbe mai fare: all’ingresso in campo tocca il trofeo! La partita è di una bruttezza inenarrabile con un epilogo nefasto per l’Athletic. Iker a fine partita non scappa negli spogliatoi, rimane sul campo ad applaudire i vincitori. L’Athletic poche settimane dopo perderà anche la finale di Copa 2021 con Iker che lascia il campo per un infortunio. Il sogno svanisce ancora.



Nel 2021 pubblica il suo libro autobiografico “un balon, un escudo, una vida”, ma il suo obiettivo è la Copa: nel 2022 elimina il Real Madrid e il Barça, quest’ultimo con un gol bellissimo: recuperato il pallone in area sulla sinistra, con due tocchi controlla e si gira, con il terzo calcia disegnando un arcobaleno in porta, rendendo totalmente vano il tuffo del portiere; inoltre, Muni si incarica di battere il rigore decisivo per il 3-2 nel finale di partita. Ma sia nel ‘22 che nel ‘23 il percorso termina in semifinale.


Ad inizio 2024, Muniain ha 31 anni, altri giocatori hanno preso il suo posto in campo, relegandolo più spesso in panchina, Iker non polemizza e sostiene la squadra, da vero capitano: quando i compagni soffrono incita, ai gol è il primo ad entrare in campo ed esultare con la squadra. L’Athletc tra gennaio e febbraio conquista l’accesso alla finale di Copa, il 6 aprile, sempre alla Cartuja, se la giocherà contro il Majorca. La partita nei 90 minuti finisce 1-1, nei supplementari mister Valverde fa entrare Iker che aveva giocato solo 4 partite, tutte da subentrato, tra febbraio e marzo e la sua determinazione trascina la squadra: sfiora il gol su punizione, tiene alta l’intensità e sprona i suoi, ma la sfida si deciderà ai rigori. Ad Iker tocca il secondo rigore, dopo la parata di Agirrezabala su Morlanes, l’esecuzione è perfetta e il suo penalty dà il primo vantaggio decisivo che porterà l’Athletic a vincere finalmente la Copa che mancava a Bilbao da 40 anni e l’onore di alzare il trofeo è toccato ad Iker Muniain: si realizzava il sogno!



Iker porterà con sé la Copa, condividendola con l’amico Oscar De Marcos in tutte le manifestazioni pubbliche per la città di Bilbao. Con il contratto in scadenza, Iker comunica ai tifosi che non rinnoverà con l’Athletic con un messaggio pieno di amore e dolore “Amore mio, è arrivato il tempo di separarci!”. Iker ha raggiunto il suo sogno, quello di vincere la Copa con l’Athletic e portarlo insieme ai suoi compagni lungo il Nervion sulla gabarra, tra due ali di gente in piena festa.


Quei momenti hanno ripagato tutti gli sforzi fatti, le pene per recuperare dagli infortuni, senza mai polemizzare per una panchina o una critica sulla stampa o sui social. Il 13 maggio la società gli ha organizzato un tributo con più di ventimila tifosi al San Mames, piene di parole di affetto e gratitudine: “sei una vera leggenda: sei arrivato qui da bambino e te ne vai da uomo con la Copa” l’ha acclamato il presidente Uriarte, “siamo molto orgogliosi di tutta la tua carriera, di essere tuoi compagni di squadra, tuoi fratelli. Potremo dire che abbiamo giocato con Iker Muniain!” l’ha elogiato Iñaki Williams. All’ultima partita, giocata a Bilbao, Iker ha salutato il pubblico segnando il gol per la vittoria dell’Athletic e festeggiando a fine partita consegnando la fascia di capitano a De Marcos.


Le sue ultime parole “non me ne andrò mai perché mi sento uno di voi!”. La Copa è il miglior regalo d’addio che Iker e l’Athletic si potessero fare.



Eskerrik asko Iker